Molti colleghi hanno una o più pagine sul social network, come me.
La foto di profilo, in divisa da shiatsu e la foto di copertina, con mani, abbracci, colleghi.
E poi ci sono i post, le condivisioni, i commenti.
Ecco, ora accade qualcosa che mi suona strano, appaiono foto di personaggi che nulla hanno a che fare con lo shiatsu, l’empatia, lo spirito di comunione, un messaggio di speranza.
Post di rabbia, odio e disprezzo, di insulti verso gli altri. Ciò che invece è terribile e tristissimo è la creazione di falsità assurde.
In mezzo a queste condivisioni ne inseriscono altre sul terzo occhio, di governo di ghiandole pineali, di medicina quantistica, tutte cose di cui sono un autentico ignorante.
Non capisco, non riesco a comprendere come si possa riuscire ad essere sensibili se si erutta lava, bile e auspici orrendi.
Non capisco come si possa considerare armonico vedere la propria foto, seduti in loto con su scritto “Faustina hara di luce” “Faustino shiatsu” e augurare stupri, morte e disperazione con tanta leggerezza.
L’immondizia che si raccoglie e si lancia intorno sporca e contamina tutti, in un indistinto caos in cui tutto pare colpevole. La parola Shiatsu, il futon, la divisa appartengono a tutti, ma nessuno li può sporcare pubblicamente, perché dopo, non esiste la candeggina che smacchierà.
Accettare la falsità di alcuni articoli è connivenza omertosa, è l’essenza dell’accidia.
Siamo capaci di creare la vita, con l’amore; invece si creano schifezze con l’odio.
“Pulisci la tua porta, e la città sarà pulita” è un bellissimo detto turco.
Non tolgo la connessione con questi colleghi, essi appartengono alla mia categoria e li accetto perché il pubblico, tra cui i miei futuri clienti, forse li conosce e ha il diritto di temere che io gli assomigli, sta a me non comportarmi come loro, perciò devo esserne consapevole.
Puliamo la nostra porta, prima o poi gli zozzoni si vergogneranno.
i commenti sono per me come un Libro degli ospiti: siete benvenuti, lasciate qui sotto la traccia del vostro passaggio, io vi leggerò e vi ricorderò, perché voi avete un significato per me.
Totalmente d’accordo!
L’intolleranza persistente e aggressiva (da non confondersi con qualche umano sfogo o delusione) è incompatibile con un lavoro di “relazione di aiuto” e di accettazione dell’altro
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Grazie di questa aggiunta, che sottoscrivo!
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