Li odiavo quasi tutti, specialmente i gerani che la mia mamma mi faceva annaffiare ogni giorno d’estate.
Un giorno, nel giardino della nonna, fiorì La Rosa Gialla.
Anche quando ero di fretta lei mi catturava, fermando le mie gambe davanti a lei.
Rimanevo a guardarla mentre tutto diventava il resto, poi mi ricordavo di essere in ritardo e restavo ancora qualche secondo, di quei secondi immobili, forse eterni, in cui cerchi di sentire tutto, perdendoti.
Il colore era come selvatico, ad un tratto sembrava chiaro, poi virava al caldo, non si lasciava prendere e così prendeva me.
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