Si dovrebbe rivedere l’idea che hanno le persone delle gambe.
Gli umani dovrebbero considerare le loro gambe come fanno gli animali, che non hanno le zampe, loro sono le loro zampe.
Per una zebra le zampe sono la sua salvezza; senza la potenza ed il controllo delle zampe, la zebra è cibo.
Le gambe devono essere brillanti, non orfane; la razza umana ha le gambe spesso trascurate da una testa con troppi pensieri e pochi dialoghi con la terra.
A vent’anni avere le gambe è scontato, a settanta anni è un privilegio.
Le scarpe estetiche sono diventate indispensabili, ecco perché ora diventa vitale accompagnarle ad essere protagoniste, non comparse, di portamento.
L’ascensore è una delle tante scorciatoie allettanti, nel senso che puntano a finire nel letto; invece ballare, saltare, cercare funghi o rastrellare giardini cimenta le gambe e le rende affamate di ingaggio.
Visto che quando si rimpiange le gambe c’è rimasto poco da fare, è meglio imparare a goderle presto.
Le gambe hanno molto da dare, si deve saper chiedere.
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